Attività subacquea in tempi di Coronavirus: si può fare? Tutte le regole da seguire
Da quasi un anno ormai non solo l’Italia ma il mondo intero deve fare i conti con la pandemia di Covid 19, virus della famiglia dei Coronavirus altamente infettivo e che quindi prevede la limitazione di molte attività quotidiane. Tra i settori che hanno maggiormente risentito del blocco delle attività a causa delle prescrizioni contro il Covid c’è quello dello sport. Palestre chiuse, centri per l’allenamento interdetti, e consentiti esclusivamente gli sport individuali, anche se all’aperto. Non fa eccezione in questo la subacquea. Il mondo delle immersioni ha quindi dovuto fare i conti anch’esso con le limitazioni della pandemia. Ma come fare se si vuole continuare ad immergersi? Ci sono delle regole da seguire? Ne parliamo con Life Fvg esperti nei corsi di Sub a Udine.
Meglio le immersioni in coppia e seguendo tutto il protocollo di sicurezza
Chi pratica attività subacquea sa bene che nella maggioranza dei casi ci si immerge in team. Per le ragioni di contenimento della pandemia, ovviamente, questa abitudine ha smesso di esistere per tutto il periodo di allerta sanitaria, e le raccomandazioni insistono sull’immergersi in solitaria. L’immersione in solitaria però richiede una formazione specifica e viene sempre sconsigliata, già alle prime lezioni di subacquea, in quanto è una pratica che esige enorme esperienza. Anche l’attrezzatura dell’immersione in solitaria, pertanto, cambia rispetto agli altri tipi di immersione. Che si fa allora? Si rinuncia alle immersioni? In realtà un compromesso potrebbe esserci, ed è quello di immergersi in coppia, rispettando ovviamente tutte le raccomandazioni in tema di prevenzione del virus e seguendo l’intero protocollo di sicurezza previsto per questo tipo di attività. Tra le azioni da seguire in tal senso c’è il controllo pre-immersione da fare mantenendo una distanza di almeno due metri dal compagno, e l’assoluto divieto di respirare dall’erogatore di emergenza di chi accompagna nell’immersione.
In tempi di ospedali sovraffollati meglio evitare immesioni troppo profonde
Durante l’andamento della pandemia abbiamo imparato che vi sono dei periodi di recrudescenza del virus in cui gli ospedali sono sovraffollati, ed altri, relativamente più tranquilli, in cui i posti letto per ricoveri non mancano. Quando si pensa di immergersi in subacquea sarebbe opportuno perciò fare anche questo tipo di valutazione. Al di là del fatto che in acqua non vi sono molti rischi di trasmissione del virus, potrebbero però capitare degli incidenti che richiedono il trasporto immediato in ospedale. Sappiamo che in ospedale la possibilità di infettarsi con Covid 19 è molto elevata. Oltre a questo fatto, in alcuni incidenti che si verificano durante le immersioni subacquee è necessario l’utilizzo della camera iperbarica, che a causa della pandemia potrebbero però non essere disponibili. La soluzione potrebbe essere quella di rinunciare alle immersioni troppo complesse e profonde, evitando le decompressioni.
Attenzione al noleggio dell’attrezzatura
Non tutti coloro che praticano immersioni subacquee possiedono un’attrezzatura personale, e molti hanno l’abitudine di prenderla a noleggio. Si tratta di mute, maschere, erogatori, gav: tutti dispositivi che si collocano a diretto contatto con il corpo e soprattutto con le vie aeree, quindi potenziali veicoli di contagio da Covid 19. Occorre allora prestare molta attenzione affinché il centro immersioni a cui ci si rivolge abbia portato a termine le operazioni di sanificazione sugli attrezzi. Tali operazioni di sanificazione dovranno essere però non solo ordinarie ma straordinarie. Dopo ogni utilizzo non solo ciascun attrezzo, preso singolarmente, va sanificato, ma addirittura ciascun pezzo di ogni strumento. Opportuno il lavaggio con acqua e candeggina, da tenere sulle superfici per almeno un quarto d’ora. Dopodiché si procede ad un accurato risciacquo. Ad ogni modo, il consiglio è quello di procurarsi un’attrezzatura personale da sanificare a casa, evitando usi promiscui.
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