Integratori per emoglobina bassa: come scegliere gli integratori di ferro
L’emoglobina? Una proteina molto importante per il nostro corpo perché lega l’ossigeno molecolare e ne favorisce il trasporto a tutti gli organi e tessuti. L’emoglobina si trova nei globuli rossi e nella sua struttura contiene uno ione di ferro (Fe2+), elemento chiave proprio per il legame e per il trasporto dell’ossigeno nel sangue. In questo approfondimento vedremo perché mantenere i normali livelli nel sangue è fondamentale per evitare i problemi di emoglobina bassa.
I valori dell’emoglobina nel sangue
I valori medi dell’emoglobina nel sangue variano in base all’età e al sesso. Negli adulti i normali valori di emoglobina nel sangue sono compresi tra 13,4 e 17,5 g/dL (grammi per decilitro) per gli uomini e 12 e 15,5 g/dL per le donne.
Nella popolazione pediatrica, invece, la variazione dei livelli di emoglobina accompagna la crescita. Nei neonati si misurano, in generale, valori di emoglobina più elevati (in media tra i 16,5 g/dL e i 22 g/dL) mentre l’età prepuberale e l’adolescenza vedono un abbassamento progressivo di questo range di valori fino a raggiungere i livelli medi dell’adulto, indicati poco fa.
Perché i valori dell’emoglobina possono abbassarsi sotto quelli medi?
Nella maggioranza dei casi, i valori di emoglobina bassa sono correlati a una carenza di ferro. La carenza di ferro è una condizione che si manifesta con maggiore frequenza nelle donne, soprattutto in relazione a mestruazioni abbondanti o durante la gravidanza e la fase dell’allattamento. Queste ultime sono condizioni fisiologiche che, in generale, causano un deficit di ferro lieve e transitorio. Anche un’alimentazione scorretta, in cui il consumo di alimenti ricchi di ferro (carne, verdura a foglia verde, frutta secca) è scarso o insufficiente, può essere alla base di una carenza di ferro che, alla lunga, può comportare una diminuzione dell’emoglobina nel sangue.
In altri casi, però, i valori di emoglobina bassi sono correlati ad alcune patologie che provocano un cattivo assorbimento di alcuni nutrienti a livello gastro-intestinale o ad alcune malattie che possono interessare la formazione dei globuli rossi.
Tra le principali cause dell’emoglobina bassa troviamo:
- patologie infiammatorie intestinali (per esempio il morbo di Crohn) che determinano un diminuito assorbimento di ferro e di alcune vitamine a livello intestinale (su tutte la vitamina B12 e l’acido folico).
- ipermenorrea (flusso mestruale molto abbondante);
- porfirie;
- emorragie gastro-intestinali;
- sanguinamento abbondante in seguito a ferite;
- anemie;
- talassemie;
Cosa fare in caso di emoglobina bassa
Quando una condizione di emoglobina bassa è determinata da cause di natura fisiologica (mestruazioni abbondanti, gravidanza, allattamento al seno), o è correlata a una dieta non equilibrata, di solito è sufficiente modificare il regime alimentare per riportare i valori del ferro e dell’emoglobina nella normalità. In particolare il consumo di cibi ricchi di ferro e vitamine del gruppo B, come per esempio la carne rossa, i legumi, i cereali, la frutta secca, la verdura a foglia verde, la frutta essiccata (albicocche e prugne essiccate) permette all’organismo di assorbire le sostanze necessarie per la normale formazione dell’emoglobina. Quando l’alimentazione da sola non basta a supportare il fabbisogno di ferro da parte dell’organismo può essere necessario ricorrere a un integratore alimentare. Vediamo quali sono le caratteristiche che deve avere un integratore di ferro:
- deve apportare la giusta quantità giornaliera di ferro. Per il ferro, il 100% del VNR è 14 mg di ferro al giorno. Gli integratori alimentari destinati agli adulti di solito contengono 14 mg di ferro per compressa o bustina. In alcuni casi, però, per supportare l’aumentato fabbisogno organico di ferro, gli integratori alimentari possono arrivare ad apportare fino a 30 mg di ferro per compressa o bustina.
- Il ferro presente nell’integratore deve superare indenne l’ambiente acido dello stomaco e deve essere facilmente assorbito a livello dell’intestino (nel duodeno).
- I sali di ferro presenti nell’integratore devono essere sufficientemente protetti in modo che l’assorbimento non sia ostacolato dalla presenza di altre sostanze presenti negli alimenti come gli ossalati, il calcio, i fitati e i tannini.
- alcuni sali inorganici del ferro possono irritare la mucosa dello stomaco o, più in generale, possono causare difficoltà digestive e pirosi gastrica (bruciore di stomaco). In alcuni integratori alimentari il ferro è protetto in modo da essere rilasciato solo una volta raggiunto l’intestino, dove avviene l’assorbimento da parte degli enterociti.
- Alcuni integratori alimentari di ferro contengono anche vitamina C e vitamine del gruppo B. La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro a livello intestinale, mentre le vitamine del gruppo B sono importanti cofattori per la formazione dell’emoglobina e della mioglobina.
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