La mediazione familiare
Le molteplici forme di Famiglia
Ad oggi le relazioni familiari nonché quelle di coppia si formano e si trasformano in modo decisamente diverso rispetto alle generazioni precedenti. I matrimoni sono in calo mentre aumentano convivenze, separazioni e divorzi. La struttura sociale della famiglia tradizionale è stata fortemente messa in discussione da questi continui mutamenti. Esistono, di fatti, moti tipi di famiglie:
- Quelle ricomposte, che prevedono partners che escono da precedenti unioni e che decidono di ricostruirsi una famiglia con un nuovo compagno/a, portando con sé i figli nati dal precedente legame;
- Le famiglie di fatto, ossia partner che pur non essendo legate da vincoli matrimoniali decidono di vivere insieme ai figli nati dalla loro unione;
- Famiglie separate, in cui gli ex coniugi decidono di separarsi avendo quindi due abitazioni differenti che, a volte, prevedono il ritorno di uno di loro nella propria famiglia di origine, oppure le separazioni possono essere “organizzate” all’interno della stessa casa;
- Esiste poi il nuovo fenomeno delle famiglie omosessuali che prevede la convivenza di due partner dello stesso sesso che, talvolta, comprende la presenza dei figli di uno dei due nati da una precedente unione eterosessuale.
La diversificazione familiare, presente nella società moderna, pone non poche difficoltà a tutti i soggetti coinvolti. Quando le famiglie separate non sono ben organizzate e presentano conflitti non risolti, aumenta lo stress per adulti e minori che restano coinvolti in fasi di passaggio, più o meno lunghe, che richiedono un elevata capacità di adattamento e flessibilità mentale e organizzativa. Tutto questo pone gli adulti di fronte a prove difficili da superare che rischia di compromettere la loro capacità di rispondere adeguatamente al loro compito genitoriali. Spesso infatti il rancore verso l’ex coniuge offusca completamente le responsabilità generative a discapito dei bambini che, pur non volendo, possono essere utilizzati come “armi” di conflitto contro l’altro. Tutto ciò può accadere, in forme più o meno similari, in tutte quelle famiglie in cui coabitano figli di matrimoni precedente da parte dell’uno o dell’altro partner, in cui il numero degli adulti di riferimento si amplia notevolmente per i bambini.
In situazioni come queste, in cui diventa difficile trovare una nuova organizzazione, diventa importante chiedere un sostegno familiare.
La mediazione familiare è rivolta alla coppia coniugata o convivente, con o senza figli, in fase di separazione o già separata/divorziata che presenta l’esigenza di modificare/ trovare accordi in qualsiasi fase del processo di separazione. Può rivolgersi anche alle coppie di fatto o alle famiglie ricostituite, cioè ai due ex partner e ai rispettivi nuovi compagni. L’obiettivo della mediazione è il raggiungimento della cogenitorialità (o bigenitorialità) ossia della salvaguardia della responsabilità genitoriale nei confronti dei figli. Per intraprendere un percorso di mediazione familiare è fondamentale che non ci sia un conflitto giudiziale in corso.
Il mediatore familiare è un soggetto imparziale rispetto alla coppia che si occupa di sostenere gli ex coniugi durante la fase di separazione e divorzio. In uno spazio neutrale il mediatore familiare si presenta come un’alternativa al sistema giudiziario, volta a promuovere la rinegoziazione delle relazioni familiari nel pieno rispetto dei diritti dei minori. La mediazione familiare vuole riportare l’attenzione sui figli e accompagnare i separandi a vivere la genitorialità attraverso nuove modalità organizzative. La strutturazione di nuovi accordi viene incoraggiata, altresì, nel rispetto delle esigenze di tutti i componenti della famiglia. La mediazione si occupa sia degli aspetti emotivi (affidamento dei figli, continuità genitoriale, diritto di visita, ecc.) che quelli più strettamente materiali (divisione dei beni, assegno di mantenimento, destinazione della casa coniugale, ecc.).
Esiste una differenza con gli altri interventi rivolti alla famiglia. Spesso la mediazione familiare viene confusa con la terapia di coppia. La mediazione familiare ha in realtà l’obiettivo di favorire la separazione consensuale della coppia stessa, senza esplorare aspetti del passato della coppia ma solo quelli presenti e orientati al futuro. A differenza della terapia familiare può, a seconda dei casi, non includere sedute con i figli minori. La mediazione non si pone come obiettivo quello di “curare” le relazioni coì come farebbe una psicoterapia bensì, si focalizza esclusivamente sull’abbassamento della tensione conflittuale mirando al raggiungimento di accordi condivisi nel rispetto dei figli. A differenza della consulenza legale, a cui può tuttavia essere integrata, la mediazione familiare non ha come obiettivo la cura degli interessi dei propri clienti.
La mediazione familiare serve a tirare fuori i genitori dal circolo di una conflittualità adultocentrica proiettandoli verso una prospettiva in cui ci siano i bambini al centro, serve ad orientare i genitori a “pro-tendersi” per i figli in modo che non si verifichi alcuna triangolazione dei figli, affinché non vengano “usati” contro l’altro coniuge.
La mediazione si pone come valido aiuto in tutti quei casi in cui risolvere conflitti in maniera autonoma diventa difficile perché eccessivamente coinvolti dal punto di vista emotivo.
Redatto dalla Dott.ssa Laura Tullio Psicologo Roma
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