Prevenire la fibrillazione atriale con la frutta secca
Da tempo, nutrizionisti e medici confermano che la frutta secca è un’eccellente alleata dell’organismo. Inserita all’interno di un regime alimentare equilibrato e di uno stile di vita attivo, la frutta secca, in guscio, essiccata o disidratata, non solo è in grado di fornire velocemente sali minerali, proteine, fibre ed energia.
Grazie alle virtù antiossidanti dei suoi preziosi elementi, infatti, la frutta secca è in grado di contrastare efficacemente l’invecchiamento naturale dell’organismo e l’insorgere di diverse patologie.
Fra queste ultime, recenti studi annoverano anche la fibrillazione atriale, un disturbo cardiaco tanto complesso quanto diffuso.
In sostanza, la fibrillazione atriale consiste in un’aritmia cardiaca. Le cavità superiori del cuore (atrio destro e sinistro) battono irregolarmente, con velocità maggiore o minore rispetto al normale. In questo modo, il sangue viene pompato alle cavità inferiori del cuore (ventricoli) con un ritmo asincrono, affaticando l’organo muscolare e compromettendo le normali funzioni dell’intero organismo.
Grazie alle sue eccellenti quantità di acidi grassi insaturi, proteine, fibre, minerali (con alte percentuali di magnesio, potassio e zinco), vitamina E, folati e altri composti bioattivi come fenoli e fitosteroli, la frutta secca coadiuva le normali funzioni cardiovascolari.
Le particolari proprietà nutritive delle noci, per esempio, consentono di migliorare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. Inoltre, gli effetti antiossidanti e anti-infiammatori derivanti da un consumo ponderato e regolare di frutta secca in generale permette anche di ridurre il rischio di aumento di peso.
I risultati di uno studio condotto in Svezia dal Karolinska Institutet e dall’Università di Uppsala e pubblicato poche settimane fa sulla rivista scientifica Heart confermano che il consumo regolare di frutta secca in guscio (mandorle, pinoli, pistacchi…) contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare forme di fibrillazione atriale e di insufficienza cardiaca.
La ricerca svedese ha vagliato le risposte di circa 61mila svedesi a un questionario sulle loro abitudini alimentari quotidiane interrotto nel 2014, dopo 17 anni di osservazioni.
Il monitoraggio è stato eseguito su persone di età compresa fra i 45 e gli 83 anni. All’interno del campione, si sono verificati 4983 infarti, 3160 casi di insufficienza cardiaca e 7550 casi di fibrillazione atriale.
Lo studio ha appurato che il consumo frequente di frutta secca è direttamente associato alla diminuzione dei malesseri dell’apparato cardiocircolatorio.
Una porzione di frutta secca consumata da una o tre volte al mese riduce al 3% il rischio di malattie cardiovascolari. Consumando frutta secca in guscio una o due volte a settimana, la riduzione sale al 12% e raggiunge il 18% se la frutta secca viene mangiata tre o più volte a settimana.
Infine, è stato stimato che ciascuna porzione settimanale aggiuntiva è in grado di abbassare ulteriormente il rischio di patologie del 4%.
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