Cbd per i gatti: benefici e come usarlo
Il CBD è uno dei componenti fondamentali della cannabis, insieme al THC, ma a differenza di quest’ultimo non presenta proprietà psicoattive. Sull’organismo umano ha funzioni rilassanti a livello muscolare, aiuta nella gestione del dolore fisico, dell’ansia e di problemi correlati con l’alimentazione.
In molti però non sanno che questa sostanza può essere utilizzata per aiutare i nostri amici a quattro zampe come i gatti, perché anche sul loro organismo presenta molti effetti benefici, stando però bene attenti a rispettare i dosaggi.
Il CBD anche per il gatto?
Cani e gatti ci sono in parte coevoluti con l’uomo, perché lo hanno seguito per migliaia di anni nei suoi spostamenti e si sono abituati a mangiare i suoi scarti e i topi che depredavano le riserve alimentari dei loro padroni.
Anche nei felini è presente un sistema endocannabinoide, in grado di regolare umore, sonno, dolore e risposte immunitarie. Si tratta di un insieme di recettori presenti nel cervello, nel sistema nervoso e in quello immunitario che possono essere attivati grazie al cannabidiolo.
Al momento gli studi sui felini sono ancora nelle fasi iniziali, ma le ricerche preliminari hanno già messo in evidenza come effettivamente per i gatti l’uso del CBD non sia dannoso, ma anzi possa avere ottimi risvolti dal punto di vista terapeutico.
Utilizzare il cannabidiolo con un gatto influenza la sua aggressività, gli effetti di ansia e stress, che sono apparsi solo di recente in questi animali, l’infiammazione, le infezioni e la perdita di appetito, esattamente come avviene con l’uomo.
Anche se le conferme scientifiche non sono ancora disponibili, alcuni padroni di gatti hanno riportato come gli animali rispondano in maniera positiva al CBD, con miglioramenti di problemi come artrite, pancreatite, infiammazioni intestinali e asma.
È noto come il CBD aiuti molto ad affrontare alla base questo tipo di problematiche, per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche che riducono il fastidio, consentendo all’organismo di recuperare più rapidamente e con migliori risultati.
Esattamente come avviene con gli esseri umani in cui CBD si impiega nella cura delle convulsioni, ad esempio nella sindrome di Dravet, anche per i felini in molti casi si è riscontrato lo stesso tipo di effetto.
Somministrare CBD ai gatti
Per trattare un gatto con il CBD non bisogna dimenticare che le dosi sono minori, perché la loro fisiologia è differente dalla nostra e le dimensioni molto più piccole.
I prodotti a base di olio di CBD destinati esclusivamente ai felini e agli animali di pari taglia riportano chiaramente sulla confezione le indicazioni per il corretto dosaggio.
Visto che il principio attivo contenuto è esattamente lo stesso per gatti e uomini, si può utilizzare il comune olio di CBD, ma le quantità vanno scalate opportunamente.
Alcuni veterinari riportano proporzioni che vanno da 0,1 a 0,5 mg per ogni kg di peso, ma le dosi individuali possono essere molto variabili a seconda della salute generale e dell’età del soggetto, oltre che della sua tolleranza alla sostanza e ai suoi effetti.
In generale bisogna sempre partire con dosi estremamente controllate e poi eventualmente salire. Anche se il CBD presenta effetti benefici per i felini, non si deve somministrare ai gatti un prodotto che contenga anche THC.
Infatti i gatti sono estremamente sensibili a questo principio attivo, ma il suo effetto per loro non risulta per niente piacevole a causa della perdita di equilibrio e della confusione che causa loro.
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